Il Natale di Roma

Roma ha compiuto 2771 anni e, come tutti gli anni, la città ha dato il via alle celebrazioni culminate il 22 aprile con il grande corteo storico che ha visto sfilare 1.500 figuranti arrivati per l’occasione da tredici diverse nazioni.

Il corteo, partito dal Circo Massimo, ha attraversato il centro storico della città passando dai luoghi dell’antica Roma imperiale passando dai Fori e dal Colosseo con un colpo d’occhio davvero spettacolare. Sembrava di essere tornati ai tempi degli antichi romani.

 

Nel pomeriggio il Circo Massimo è stato teatro di scenografiche esibizioni. Trasformato per l’occasione in un grande accampamento romano ha visto le varie legioni romane affrontare i nemici costituiti dai popoli barbari in battaglie all’ultimo sangue.

Ma qual è l’origine di Roma?

Tutto ha inizio con l’assedio di Troia, storia raccontata nell’Eneide di Virgilio (70-19 a.C.) fondata sulla vicenda di Enea, il principe troiano figlio di Venere e del re di Troia Anchise.

Enea, fuggito da Troia con il padre, il figlio Ascanio (o Iulo, capostipite della stirpe Iulia, da cui discenderanno anche Giulio Cesare e Ottaviano Augusto) ed un gruppo di profughi, secondo il racconto sarebbe sbarcato alla foce del Tevere.

Per garantire alla sua gente una nuova patria dovette combattere a lungo contro i popoli locali. Ma la pace venne raggiunta quando Enea sposò la figlia del re dei Latini e fondò la città di Lavinio. Ascanio, figlio di Enea, fondò la città di Albalonga, la città latina più importante prima della fondazione di Roma. Dopo di lui la città venne governata da una serie di re, i re Albani. L’ultimo di questi re lasciò due figli: Numitore ed Amulio. Il primo venne nominato dal padre suo successore, ma il secondo, invidioso, lo spodestò e costrinse la figlia di questi, Rea Silvia, a farsi vestale. La sacerdotessa, nonostante l’obbligo di castità imposto a tutte le vestali, ebbe da Marte, dio della guerra, due gemelli: Romolo e Remo. Amulio, per punire Rea Silvia, colpevole di aver infranto l’obbligo di castità, la condannò a morte e, temendo che un giorno la discendenza di Numitore lo avrebbe spodestato dal trono usurpato,  ordinò alle sue guardie che i figli fossero gettati nel Tevere.

Ma chi doveva eseguire l’ordine, invece di gettarli nel Tevere, li depose in una cesta che fece scivolare sul fiume e che si incagliò nei pressi dei colli Platino e Aventino.

I due piccoli, miracolosamente salvatisi dalle acque del fiume, vennero dapprima nutriti da una lupa ed in seguito accolti e allevati dal pastore Faustolo e da sua moglie Acca Laurenzia che se ne presero cura.

Divenuti adulti e venuti a conoscenza della loro origine, decisero di vendicare il nonno Numitore, re di Albalonga spodestato dal fratello Amulio, rimettendolo sul trono. Numitore, in segno di gratitudine verso i nipoti, permise loro di fondare un’altra città sulle sponde del fiume Tevere.

Così, Romolo scelse il colle Palatino e Remo l’Aventino. Il mito narra che i confini tracciati dal primo (di cui in tempi recenti sono stati trovati i resti delle mura), forse per scherzo, forse per gelosia, furono oltrepassati da Remo che, in seguito a tale affronto, trovò la morte proprio per mano del fratello.

Roma, dunque, dovrebbe il suo nome al leggendario fondatore Romolo. Ma si sa, le leggende hanno sempre un fondo di verità e in effetti, molte delle mitologiche storie, trovano riscontro nei recenti scavi archeologici in seguito ai quali, sul colle Palatino, sono stati rinvenuti e datati intorno all’VIII secolo a. C., i resti di quello che forse fu il primo nucleo dell’Urbe.

In effetti, l’antica letteratura, fa risalire la fondazione di Roma al 21 aprile dell’anno 753 a. C. sul colle scelto da Romolo, il Platino.

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