Canto di Natale – Charles Dickens

È la vigilia di Natale, una delle tante vigilie di Natale di Scrooge, un vecchio avido e avaro diventato incapace di provare sentimenti nei confronti del prossimo. Da tempo, ormai, Scrooge si è rintanato in un presente di solitudine, circondandosi di una atmosfera gelida.

“Il freddo che aveva dentro gli gelava il viso, gli affilava il naso appuntito, gli aggrinziva le gote, ne induriva l’andatura, gli arrossava gli occhi, gli illividiva le labbra, si rivelava nella voce gracchiante. Una brina ghiacciata gli copriva capo, sopracciglia e mento legnoso; ed egli portava sempre in giro con sé quella sua bassa temperatura, che gelava il suo ufficio anche nei giorni di canicola, e non saliva sia pure di un grado neanche al tempo di Natale”,“l’unico momento nel lungo corso dell’anno nel quale uomini e donne sembrano disposti ad aprire liberamente il proprio cuore”.

Scrooge ha smesso da tempo di festeggiare il Natale ma, proprio quando sembra che non ci siano più speranze di cambiamento, ecco che nella notte si mostrano a lui gli spiriti dei Natali passati, del Natale presente e del Natale futuro. Ha inizio così, trasportato dai tre spiriti in successione, un viaggio attraverso la sua memoria del passato che gli mostra le gioie dell’infanzia ma anche gli affetti perduti, fino alla sua arida conversione al dio denaro del presente e alle ripercussioni future di questo suo nuovo atteggiamento. Il futuro è ancora più nero del presente e questa rivelazione ha il potere di scuotere la coscienza di Scrooge ma …riusciranno gli spiriti nell’intento di redenzione di questo vecchio avaro? Chi ha letto il libro lo saprà, gli altri lo scopriranno leggendo questa breve fiaba che impegnerà non più di un pomeriggio, ma ne vale veramente la pena.

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