Matera – La festa della Bruna

Non conoscevo la festa della Bruna fin quando, nel 2017, mi si è presentata l’occasione di partecipare ad un workshop fotografico su questa festa con tanto di pass Stampa che mi consentiva di essere sempre in prima linea. La cosa mi allettava e così sono partita per questa avventura.

È stata un’esperienza fantastica che ha coinvolto me e i miei compagni d’avventura per un’intera giornata.

La festa ha radici storiche antichissime (l’evento si festeggia da oltre 600 anni) e una leggenda popolare ne spiega l’origine.

Si narra che una giovane e sconosciuta signora chiese a un contadino di accompagnarla a Matera facendola salire sul suo carretto. Giunta nella zona dell’attuale chiesa dell’Annunziata, nel Rione Piccianello, scese dal carretto e chiese al contadino di portare un suo messaggio al Vescovo affermando di essere la madre di Cristo e dicendo

“così, su un carro molto ben addobbato, voglio entrare ogni anno nella mia città”

e si trasformò improvvisamente nella statua della Madonna.

Leggende a parte, la festa della Madonna della Bruna si celebra il 2 luglio, che corrisponde alla data cattolica della festa della Visitazione quand’essa fu istituita da Papa Urbano VI.

Si tratta di una festa molto sentita dalla popolazione che partecipa attivamente fin da prima del sorgere del sole.

Matera all’alba del 2 luglio

La mattina del 2 luglio, inizia tutto in Cattedrale. Alle ore 4-4,15 è praticamente buio, il sole non è ancora sorto, e Confraternite e pastori si ritrovano in Cattedrale per preparare la Madonna con una celebrazione.

In attesa di portare la madonna in processione
La Madonna della Bruna
La messa nella Cattedrale

Dopo la cerimonia in Cattedrale la Madonna è pronta per essere accompagnata lungo via Duomo, piazza del sedile fino ad arrivare sul sagrato della chiesa di San Francesco d’Assisi dove verrà celebrata, all’aperto, la santa messa.

Processione con quadro della Madonna
Santa messa sul sagrato della Chiesa di San Francesco d’Assisi

Al termine della funzione religiosa, inizia la Processione dei Pastori che portano il quadro della Madonna e che si snoderà lungo il piano della città per poi scendere e addentrarsi nel rione dei sassi, con momenti di preghiera lungo il percorso, soste con spari e botti.

Il corteo è lungo ed è preceduto da ragazzi festanti che corrono fino a raggiungere il sagrato di San Pietro Caveoso dove avverrà lo scoppio dei petardi all’arrivo del quadro della Madonna.

Lo scoppio dei petardi sul sagrato di San Pietro Caveoso
il back stage fotografico

Durante la processione dei Pastori, in altri punti della città iniziano a prepararsi i vari cavalieri che in delegazione vanno a ‘prelevare’, separatamente, dalle proprie abitazioni i vice-generali (che sono 2) e il porta vessillo. Per i vice-generali è previsto il rito della vestizione.

Terminata questa fase, tutti insieme a cavallo, raggiungono Palazzo Lanfranchi in piazza Ridola dove c’è il Generale che li aspetta, dopo essersi a sua volta ‘vestito’ con una cerimonia a cui può assistere il pubblico.

La vestizione del generale

Il corteo dei cavalieri, con a capo il Generale, si reca in piazza Vittorio Veneto dove il Generale prende il comando e torna nella chiesa di San Francesco d’Assisi (la chiesa della messa mattutina) dove alle ore 11 prende parte alla funzione religiosa con le autorità civili e militari. In questo intervallo di tempo per il centro della città e per i sassi si trovano cavalieri bardati.

I Cavalieri

In tarda mattinata Matera si raccoglie tutta in cattedrale per assistere alla funzione religiosa delle autorità.

Terminata la messa, ore 12 circa, la statua della Madonna esce dalla Chiesa e viene posta su una carrozza in cui c’è anche il vescovo che porta il Gesù bambino. Tutto il corteo formato da clero, cavalieri e Madonna si dirige verso la chiesa di Piccianello dove una folla di gente attende l’arrivo della Madonna.

La carrozza con il Vescovo che mostra la statua di Gesù bambino
La Madonna all’uscita della Cattedrale
La Madonna tra la gente che la scorterà fino al rione Piccianello

Dopo una pausa per riprendersi dalle “fatiche” e fare uno spuntino, la festa riprende dal rione Piccianello, alle 17, con una funzione religiosa alla fine della quale la Madonna e Gesù bambino vengono portati in processione alla Fabbrica del Carro dove, se si è muniti di pass, si può osservare il carro da vicino, prima che esca per le strade di Matera.

La fabbrica del carro
Particolare del carro
Particolare del carro
particolare dei decori del carro

Il carro è già sul piazzale antistante la fabbrica al momento dell’arrivo delle statue della Madonna e di Gesù bambino ed è pronto ad accoglierle al posto d’onore.

Terminata questa fase il Carro viene tirato fuori dal piazzale da un cordone umano e trainato per circa 200 metri fino al piazzale antistante la chiesa dove rimarrà fermo per essere ammirato per almeno 1 ora.

Il “cordone umano” che traina il carro

Siamo ormai nel pomeriggio inoltrato e dalla Cattedrale parte il Vescovo per raggiungere il Carro. Contestualmente giungono i muli che avranno il compito di portare il Carro lungo tutto il tragitto.

Alle 18,00 altra messa sul sagrato della Chiesa di San Francesco d’Assisi al termine della quale vengono fatti volare tanti palloncini.

messa sul sagrato della Chiesa di San Francesco d’Assisi

Verso le 20 il carro inizia a muoversi lentamente tra ali di gente con al seguito un corteo formato da militari e clero facendo pause di preghiera mentre le prime luci della sera scendono su Matera. Il carro è preceduto da alcuni ragazzi che lo ‘scortano’ armati di v’lpin (nervi di bue) per scongiurare il pericolo che malintenzionati assaltino il carro prima del previsto.

Il Carro prosegue il suo cammino giungendo in centro dove all’altezza della fontana si fermerà sotto le luminarie, ormai accese, e partirà una musica sincronizzata con le luci.

luminarie

Il carro prosegue verso la Cattedrale dove fa i consueti e suggestivi giri sul piazzale che sono di buon auspicio per la città. Terminati i giri la madonna è prelevata e deposta in Cattedrale mentre al carro viene tolta la parte anteriore che è destinata all’auriga (conducente del carro e padrone degli asino).

Ora il Carro è pronto per essere consegnato alla città e, arrivato nuovamente in piazza, una volta fermo, viene assaltato e letteralmente spolpato in pochissimi secondi.

La piazza è affollatissima e, a questo punto, si vedono le varie parti del carro “galleggiare” sulle teste della gente. Statue e angeli, si dirigono fluttuando verso i vari vicoli della città, trasportati da ragazzi sanguinanti che hanno vinto la “battaglia” per accaparrarsi quel pezzo di carro, qualcuno ha lasciato le scarpe per terra. Tutti si dirigono con il loro “bottino” verso il mercato della frutta dove mamme e fidanzate attendono l’arrivo dei propri cari e dove c’è lo scambio di complimenti e commenti su come è andata la festa.

Ciò che resta del carro, uno scheletro massiccio, riprende la via della Fabbrica dove verrà riposto mestamente in attesa di essere allestito nuovamente per la festa dell’anno successivo.

La festa si chiude con l’usuale spettacolo pirotecnico.

L’origine della tradizione della distruzione del Carro è narrata da un’altra leggenda secondo la quale i materani, per evitare che il quadro della Madonna fosse rubato e distrutto dai saraceni che assediavano la città, lo nascosero prima su un carretto e poi, messo in salvo il quadro, distrussero loro stessi il carretto pur di non far cadere le sacre immagini nelle mani degli infedeli.

Alcuni storici locali sostengono, invece, che, intorno al 1500, il conte Giovan Carlo Tramontano, all’epoca signore di Matera, promise al popolo materano di dare maggiore solennità alle celebrazioni del 2 luglio con la costruzione di un carro nuovo ogni anno. I cittadini materani così, per mettere alla prova il tiranno di cui non avevano fiducia, assaltarono il carro trionfale costringendo così il conte a mantenere la promessa.

Foto: Daniela Metteo

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