La Chimera – Sebastiano Vassalli

È una colpa la bellezza? La bellezza non è una colpa ma neanche un merito, è un dono, l’ignoranza e il pregiudizio, invece lo sono. Per una Chiesa che brancolava in un profondo buio spirituale negli anni a cavallo tra il ‘500 e il ‘600, la bellezza è un dono diabolico: corrompe, suscita cattivi pensieri, provoca abusi.

Antonia vive tra il 1590 e il 1610 a Zardino, un paesino immerso nella nebbia della campagna che circonda Novara. Antonia è bella e anche intelligente ma è un’espostaadottata da una coppia di contadini poveri che la accoglie e la ama come la figlia che loro non ebbero mai. Gente umile ma dal cuore grande e l’invidia bigotta, soprattutto femminile, non riesce ad accettarla, lei così diversa, capelli scuri, occhi scuri. Così l’invidia, sfogando il suo lato peggiore che sfocia nella cattiveria, inizia a far circolare voci che diventano testimonianza per far partire una denuncia. 

Antonia diventa così un capro espiatorio di una società retrograda e di una Chiesa corrotta che, attraverso la Santa Inquisizione, si avvaleva di ogni mezzo, tortura compresa, per indurre alla confessione anche le anime più pure. 

Non tutto ciò che è reale è sempre vero. Anzi al contrario: la verità si presenta spesso in forme tali che gli ignoranti e gli stolti se ne fanno beffe.

Antonia pagherà colpe mai commesse perché la sua esistenza conta meno di niente.

Nel mondo esistono due categorie di persone, quelle che possono tutto e quelle che non possono niente; e che se anche poi le nude anime sono uguali davanti a Dio nell’aldilà, nell’aldiquà le differenze tra gli uomini sono così grandi che ammazzare un contadino, per un feudatario, non è colpa più grave che prendere al laccio un coniglio o pescare una trota.

Premio Strega 1990. Lettura consigliata

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